LETTERA APERTA DI FIAB CAGLIARI CITTA’ CICLABILE ONLUS
AI CANDIDATI SINDACI DEL COMUNE DI CAGLIARI 2016
MOBILITÀ SOSTENIBILE AL CENTRO DELLE POLITICHE
DEL FUTURO GOVERNO DELLA CITTA’ METROPOLITANA
DEL FUTURO GOVERNO DELLA CITTA’ METROPOLITANA
Ministro Delrio ex Sindaco di Regio Emilia
FIAB Cagliari Città Ciclabile è una associazione Onlus culturale ed ambientalista, nata nel 1993, allo scopo di promuovere la bicicletta nell’utilizzo quotidiano quale mezzo di trasporto ecologico, silenzioso, salutare, rispettoso dell’ambiente e della città. Aderisce alla (FIAB ) Federazione Italiana Amici della Bicicletta che riunisce più di centocinquanta associazioni locali. L’associazione è iscritta nell’Albo Comunale e nel Registro Regionale di Volontariato.
FIAB Cagliari ritiene la mobilità sostenibile elemento fondamentale per una moderna politica di sviluppo in grado di coniugare la crescita economica con la tutela della salute, dell’ambiente e per una migliore qualità della vita dei cittadini.
Nell’attuale congiuntura affrontare il tema di una nuova mobilità può forse sembrare non prioritario per dare risposte ai numerosi problemi dei cittadini. Al contrario, noi riteniamo che le politiche per la mobilità sostenibile siano una delle chiavi di volta per affrontare i problemi della nostra città e uno
dei primi problemi quotidiani che assillano i Cagliaritani.
Mobilità sostenibile significa migliore qualità ambientale, minor inquinamento, minor consumo di suolo, risparmio energetico ma significa anche salute, perché muoversi in bicicletta o a piedi per andare quotidianamente a scuola o al lavoro significa promuovere nei cittadini stili di vita sani, con benefici in termini economici derivanti dalla riduzione dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
In questo senso diciamo che la bici è parte della soluzione, e non del problema. Tutto ciò premesso FIAB Cagliari Città Ciclabile Onlus
Chiede
1) Per una mobilità ciclistica diffusa nell’area Metropolitana di Cagliari.
La definizione di città ciclabile, non viene determinata dai km di piste o percorsi ciclabili ma dalla facilità che hanno i cittadini di muoversi in bici a tutte le età. L’obiettivo di un’amministrazione deve essere quello di favorire l’utilizzo della bicicletta e la crescita dei ciclisti urbani per l’utilizzo quotidiano. I ciclisti si muovono meglio dove è condiviso un modello di mobilità complessivo per la città che vuole promuovere la bici in equilibrio con la pedonalità e trasporto pubblico contenendo la mobilità delle auto private. La finalità è poter scegliere il mezzo adatto per ogni spostamento e non dover utilizzare
l’auto per muoversi “sicuri” nel traffico in quanto gli altri mezzi sono o insicuri (bici) o inadeguati (bus).
2) Ufficio Mobilità Ciclistica. Nodo dello sviluppo della mobilità ciclistica.
Sul piano organizzativo, la creazione dell’Ufficio Mobilità Ciclistica (UMC), condizione nodale per lo sviluppo di una politica ciclistica sul territorio della città metropolitana.
Noi riteniamo che per gestire la mobilità ciclistica in tutte le sue fasi (programmazione, pianificazione, progettazione, comunicazione, organizzazione, servizi, ecc) ci sia bisogno di un apposito Ufficio in forma di struttura interna all’amministrazione comunale e metropolitana che si prefigga lo scopo di aumentare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto privato realmente alternativo all’uso dell’auto. Per raggiungere l’obiettivo si mettano in campo azioni di promozione e comunicazione, e anche attraverso l’istituzione di nuove figure, come il “Mobility Manager aziendale” e il “Mobility Manager di area”.
3) La necessità di un modello complessivo di mobilità che punti anche sulla bicicletta
attraverso azioni mirate.
Per migliorare la mobilità nelle città ci sono azioni “hard” che richiedono tempi lunghi, spese importanti come tranvie, circonvallazioni ecc. e ci sono azioni “soft” di gestione che richiedono tempi brevi e che hanno effetti di lungo periodo; è bene pertanto privilegiare questi ultimi: intervenendo sugli stili di vita, uscendo dalla logica dell’emergenza e proponendo con forza la bicicletta ed il trasporto collettivo. Le indicazioni generali di salute e finanza pubblica propongono di premiare bici, pedoni e TPL e di frenare l’uso dell’auto privata.
Gli ingredienti fondamentali per una buona politica per la mobilità ciclistica sono:
> Un Bici Plan complessivo della città metropolitana che disegni la rete dei percorsi diffusi, ne indichi le priorità e le modalità per realizzarli.
> Rafforzamento del sistema di bike sharing di città metropolitana. Installazione diffusa di attrezzature idonee per la sosta delle bici, a partire dai principali luoghi attrattori (scuole, università, ospedali, uffici pubblici, stazioni ferroviarie, fermate del trasporto pubblico, nodi intermodali.
> Creazione della consulta delle associazioni ciclistiche, promuovendo un dialogo costante con le rappresentanze degli utenti deboli delle strade, inclusi pedoni e disabili, anche attraverso incontri intersettoriali.
> Una programmazione pluriennale certa delle risorse finanziarie legate ai proventi della
sosta a pagamento e/o delle multe, a finanziamenti di altri Enti Nazionali e Comunitari, sovra ordinati e/o di altri capitoli di bilancio di entrate certe che garantiscano continuità di finanziamento.
4) Favorire l’intermodalità per una maggiore mobilità ciclistica.
L’intermodalità va considerata sotto i due aspetti: (attiva) portare la bici su altri mezzi e (passiva) scambiare la bici con altri mezzi. Il tema dell’interscambio modale confortevole, facile, in luoghi gradevoli e sicuri è il primo elemento che favorisce l’ intermobilità, interscambi che prevedono la bici come nelle periferia tra auto e Trasporto Pubblico Locale, o più banalmente tra la fase pedonale ed il TPL alle fermate dei bus.
Portare la bici sui treni, o autobus di linea extraurbani o metropolitane oggi è possibile ma in numero limitato, si potrebbe aumentare il numero di bici trasportate sui treni e nella metro nelle fasce orarie di morbida con sconti o del tutto gratuiti come in altre regioni italiane. Altro tema significativo è l’interscambio modale, cioè parcheggiare la bici in stazione e prendere il treno od il bus; questa pratica richiede ciclo parcheggi buoni, sicuri, nei quali sia possibile attaccare il telaio della bici al ciclo parcheggio, possibilmente custoditi, anche eventualmente a pagamento di modico prezzo. Le ciclo stazione ove sia possibile parcheggiare la bici in forma custodita, ripararla se
necessario, oppure noleggiarla per più giorni o per pochi minuti, bike-sharing, iniziano ad essere diffuse e sono ormai consolidate in molti paesi europei. A Cagliari e in tutte le stazioni dell’area Metropolitana, nelle stazioni ferroviarie e in quelle della Metropolitana deve essere possibile parcheggiare le bici in sicurezza e prima possibile dotate di nuove ciclostazioni del bike sharing.
5) Rete ciclabile della città di Cagliari interconnessa a tutta la città metropolitana e alla rete della Sardegna, Italiana ed Europea.
La rete ciclabile cittadina dovrebbe svilupparsi attorno all’anello ciclabile urbano che partendo da Piazza Matteotti, principale centro intermodale sardo, attraversando le principali vie cittadine, viale Diaz, via Dante, via dei Giudicati, via Is Mirrionis, via S. Avendrace, via Trieste ritorna nella via Roma. Dallo stesso anello dovrebbero partire le varie diramazioni che dovrebbero collegare tutti i quartieri di Cagliari, Giorgino compreso, lungo mare di S.Elia e Poetto, tutte le scuole e gli uffici pubblici, tutti
parchi cittadini in continuità e sicurezza, senza interruzioni. Dallo stesso anello dovrebbero partire le diramazioni che ci dovrebbero permettere di raggiungere tutti i paesi compresi nell’area metropolitana e le interconnessioni con la rete ciclabile sarda, le dorsali della rete nazionale (Bicitalia) ed Europea (Eurovelo), tendendo a ridurre in maniera significativa il numero delle auto in ingresso quotidiano nella città, problema basilare cittadino.
l’auto per muoversi “sicuri” nel traffico in quanto gli altri mezzi sono o insicuri (bici) o inadeguati (bus).
Noi riteniamo che per gestire la mobilità ciclistica in tutte le sue fasi (programmazione, pianificazione, progettazione, comunicazione, organizzazione, servizi, ecc) ci sia bisogno di un apposito Ufficio in forma di struttura interna all’amministrazione comunale e metropolitana che si prefigga lo scopo di aumentare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto privato realmente alternativo all’uso dell’auto. Per raggiungere l’obiettivo si mettano in campo azioni di promozione e comunicazione, e anche attraverso l’istituzione di nuove figure, come il “Mobility Manager aziendale” e il “Mobility Manager di area”.
attraverso azioni mirate.
Gli ingredienti fondamentali per una buona politica per la mobilità ciclistica sono:
> Rafforzamento del sistema di bike sharing di città metropolitana. Installazione diffusa di attrezzature idonee per la sosta delle bici, a partire dai principali luoghi attrattori (scuole, università, ospedali, uffici pubblici, stazioni ferroviarie, fermate del trasporto pubblico, nodi intermodali.
> Creazione della consulta delle associazioni ciclistiche, promuovendo un dialogo costante con le rappresentanze degli utenti deboli delle strade, inclusi pedoni e disabili, anche attraverso incontri intersettoriali.
> Una programmazione pluriennale certa delle risorse finanziarie legate ai proventi della
sosta a pagamento e/o delle multe, a finanziamenti di altri Enti Nazionali e Comunitari, sovra ordinati e/o di altri capitoli di bilancio di entrate certe che garantiscano continuità di finanziamento.
Portare la bici sui treni, o autobus di linea extraurbani o metropolitane oggi è possibile ma in numero limitato, si potrebbe aumentare il numero di bici trasportate sui treni e nella metro nelle fasce orarie di morbida con sconti o del tutto gratuiti come in altre regioni italiane. Altro tema significativo è l’interscambio modale, cioè parcheggiare la bici in stazione e prendere il treno od il bus; questa pratica richiede ciclo parcheggi buoni, sicuri, nei quali sia possibile attaccare il telaio della bici al ciclo parcheggio, possibilmente custoditi, anche eventualmente a pagamento di modico prezzo. Le ciclo stazione ove sia possibile parcheggiare la bici in forma custodita, ripararla se
necessario, oppure noleggiarla per più giorni o per pochi minuti, bike-sharing, iniziano ad essere diffuse e sono ormai consolidate in molti paesi europei. A Cagliari e in tutte le stazioni dell’area Metropolitana, nelle stazioni ferroviarie e in quelle della Metropolitana deve essere possibile parcheggiare le bici in sicurezza e prima possibile dotate di nuove ciclostazioni del bike sharing.
parchi cittadini in continuità e sicurezza, senza interruzioni. Dallo stesso anello dovrebbero partire le diramazioni che ci dovrebbero permettere di raggiungere tutti i paesi compresi nell’area metropolitana e le interconnessioni con la rete ciclabile sarda, le dorsali della rete nazionale (Bicitalia) ed Europea (Eurovelo), tendendo a ridurre in maniera significativa il numero delle auto in ingresso quotidiano nella città, problema basilare cittadino.
6) Attività di promozione per una maggiore mobilità ciclistica.
Cagliari purtroppo è molto lontana da potersi definire una città ciclabile, non per motivi altimetrici come qualcuno ogni tanto dice, sempre meno comunque, ma per motivi culturali e politici delle varie amministrazioni che si sono succedute, da anni si continua troppo spesso a fare degli annunci e a non fare seguire i fatti e le opere. Basti pensare che da decenni che si promuovono tantissime iniziative sulla mobilità ciclistica, i percorsi ciclabili attualmente realizzati e in fase di realizzazione sono alcuni percorsi discontinui in alcune vie cittadine, nonostante l’ingente finanziamento di risorse comunitarie, il progetto della mobilità ciclistica non è stato affrontato a sufficienza.
Attività da intraprendere:
> Favorire iniziative di promozione della mobilità ciclistica: es. Bike to Work, e Bike to school, con l’utilizzo di finanziamenti specifici della Finanziaria nazionale e/o utilizzo di risorse proprie, contravvenzioni del CdS, dall’Applicazione effettiva dell’art. 18 della legge 472/99.
> Favorire iniziative di promozione dell’educazione stradale e della mobilità ciclistica con attività di sensibilizzazione nelle piazze, nei quartieri ed educative con le scuole di ogni ordine e grado.
> Farsi promotori verso il governo nazionale per una revisione del Codice della Strada in
senso ciclistico, introducendo soluzioni efficaci adottate ormai da tempo in tutti gli Stati europei e da noi ancora non previste o non consentite (arresto avanzato ai semafori, doppio senso ciclistico, segnaletica di direzione dedicata alla bici, etc.) e a tutt’oggi soggette ad interpretazioni bizantine o affidate a limitate esperienze di avanguardia, frutto di singole sensibilità personali talora presenti a livello di istituzioni locali.
Attività da intraprendere:
> Favorire iniziative di promozione della mobilità ciclistica: es. Bike to Work, e Bike to school, con l’utilizzo di finanziamenti specifici della Finanziaria nazionale e/o utilizzo di risorse proprie, contravvenzioni del CdS, dall’Applicazione effettiva dell’art. 18 della legge 472/99.
> Favorire iniziative di promozione dell’educazione stradale e della mobilità ciclistica con attività di sensibilizzazione nelle piazze, nei quartieri ed educative con le scuole di ogni ordine e grado.
> Farsi promotori verso il governo nazionale per una revisione del Codice della Strada in
senso ciclistico, introducendo soluzioni efficaci adottate ormai da tempo in tutti gli Stati europei e da noi ancora non previste o non consentite (arresto avanzato ai semafori, doppio senso ciclistico, segnaletica di direzione dedicata alla bici, etc.) e a tutt’oggi soggette ad interpretazioni bizantine o affidate a limitate esperienze di avanguardia, frutto di singole sensibilità personali talora presenti a livello di istituzioni locali.
Proponiamo inoltre che tutta la politica per la mobilità abbia come parametro di riferimento il 20-20-20, intese come percentuali di ripartizione modale tra bici, pedoni e trasporto pubblico.
Riteniamo infine auspicabile che gli stessi consiglieri comunali che dichiarano di sostenere questo modello di visione politica sui temi della mobilità, facendosene promotori, sappiano adottare comportamenti coerenti tali da costituire essi stessi un esempio positivo, riducendo l’utilizzo dell’auto privata a favore di un maggiore impiego della bicicletta per gli spostamenti brevi e del trasporto pubblico.
Cagliari 12 marzo 2016
Fiab Cagliari Città Ciclabile Onlus
Virgilio Scanu
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