La giunta regionale della Sardegna ha approvato nella giornata di ieri il Piano sulla mobilità ciclistica regionale, già inserito da FIAB in Bicitalia BI 16, recepita la Ciclovia della Sardegna nel SNCT e approvata la richiesta ufficiale dall’ECF per l’inserimento nell’ EV 8 di Eurovelo.
Forse è una notizia che a molti non dirà tanto ma negli ultimi anni tanta strada è stata fatta. Il cammino è iniziato nel 2015, quando la Regione ha riconosciuto le ciclovie e la mobilità ciclistica tra i fattori strategici nella pianificazione delle infrastrutture prioritarie per l’Isola. La Sardegna si avvia così a diventare percorribile in bicicletta per gran parte del territorio e questo fatto costituirà una forte attrattiva turistica.
Sono infatti 52 gli itinerari previsti, per una lunghezza totale di 2.649 km, di cui 550 km integrano la modalità bici e treno. Si va pertanto verso un forte incremento della mobilità sostenibile e una maggiore integrazione dei territori.
Ma il Piano non prevede solo il tracciamento degli itinerari, bensì una vera e propria infrastruttura ciclabile regionale, integrata e interconnessa con le reti infrastrutturali a supporto delle altre modalità di trasporto.
Gli itinerari sono infatti finalizzati alla conoscenza e alla fruizione dei sentieri di campagna, dei laghi, dei corsi d’acqua, dei parchi, delle riserve naturali e delle altre zone di interesse naturalistico nelle aree circostanti.
Sono altresì previsti dal Piano un sistema di interscambio tra la bicicletta e gli altri mezzi di trasporto; un sistema di aree di sosta, attrezzate e non attrezzate, con servizi per i ciclisti; l’interconnessione delle reti ciclabili urbane ed extraurbane; l’adozione di misure relative alla sicurezza dei pedoni e dei ciclisti; le azioni di comunicazione, educazione e formazione per la promozione degli spostamenti in bicicletta e del trasporto integrato tra biciclette e mezzi trasporto pubblico.
Ora FIAB Cagliari auspica tempi brevi l’apertura dei cantieri, visto che le risorse, pari a 15 milioni di euro, sono già disponibili. E sollecitiamo l’utilizzo delle altre risorse assegnate dal MIT per il sistema delle ciclovie nazionali.